The Giant triathlon 2018: il report di Cristiano Tara

The Giant triathlon 2018: il report di Cristiano Tara

Settembre 6, 2018 gare 0

The Giant triathlon 2018. Oggi non si nuota, l’acqua è troppo gelida, ci sono 8°C. La temperatura esterna è ancora più bassa e il rischio pioggia/neve è dietro l’angolo. Si parte ogni 30 sec a coppie seguendo il numero di rank. Parto con il numero 19. I primi 15 km c.ca sono veloci, fino all’uscita del tunnel del Gallo la media è intorno ai 40 km/h. Sono in Svizzera, svolto a dx ed è subito salita verso il Passo del Forno (2149 m). Ho recuperato almeno 5 posizioni nei primi km. Le gambe girano bene, non ho rapporti agilissimi ma con gli stessi ho affrontato l’anno precedente ICON.
Parto indossando una maglia termica, body e giubbino antipioggia di Marcello Bergamo. Inizia a piovere e mentre affronto lo scollinamento del passo mi preparo alla lunga discesa fino ai piedi dell’Umbreill pass. In salita me la cavo, ma le discese, secche o umide sono sempre state il mio tallone d’Achille. Ho paura di cadere, penso costantemente alla mia famiglia, al mio lavoro e freno, freno anche nei lunghi rettilinei inondati dalle precipitazioni. Le temperature sono vicine allo 0°C, sento comunque il petto asciutto grazie alla insostituibile termica indossata. Gambe e piedi inzuppati rallentano il ritmo ma è un problema comune, purtroppo l’acqua gelida passa ovunque. Affronto solo e soletto la salita verso il bivio che mi porterà in cima al passo dello Stelvio, ma, a 3 km dal piazzale vengo superato da un fortissimo Francesco Figini, campione italiano di Triathlon cross. Raggiungo i 2550m, la visibilità è scarsa, la pioggia si fa spessa, lo Stelvio a -3°C attende la neve. Si svolta a dx, niente Stelvio. Scelta inevitabile da parte degli organizzatori. Fa molto freddo ma decido di non ritirare la sacca contenente gli indumenti pesanti per la lunga discesa, il materiale indossato mi fa stare bene. Il petto è abbastanza asciutto, corro il rischio e mi fiondo con molta prudenza verso Bormio. Le mani iniziano a congelarsi ma resisto consapevole del fatto che la sofferenza non andrà oltre i 20 min. Mi superano 3 atleti, non mi piace rischiare, non sono pagato per quello che faccio quindi freno dolcemente senza prendere troppa velocità su una strada che sembra un serpente d’acqua. Arrivo ai piedi dell’ultimo passo, il passo del Foscagno. A 200 metri rivedo i tre atleti, saliamo insieme per un km poi riesco a staccarli e prendere un buon margine fino alla zona cambio posta a Trepalle. Mi cambio rapidamente e parto di corsa verso Livigno affrontando un breve tratto asfaltato in discesa che ci porterà su un sentiero single track spezzato da piccoli torrenti formatisi dall’incessante pioggia. Ho percorso 9 km senza forzare troppo, controllando la mia quasi consolidata posizione. Compio 3 giri sulla ciclabile e taglio il traguardo a pochi metri dal punto di partenza in bici. Giungo 5° assoluto. Non potevo pretendere di più, per questo sono felice della mia prestazione. Non posso competere con atleti del calibro di Nucera, Corti, Zamora, Figini con i quali mi congratulo infinitamente.

By Cristiano Tara