Dario Ceppi tra fatica e racconto: a Lignano ho corso con un “animale”
In questa stagione molti di voi si stanno cimentando in racconti da vero e proprio concorso letterario. Potrebbe essere che questo ci spinga a inventarci qualche cosa prossimamente. Oggi tocca a Dario Ceppi che suo malgrado si è ritrovato ancora una volta a dover buttare il cuore oltre l’ostacolo per affrontare la più dura delle prove, al limite delle possibilità umane: correre in squadra con Bruno l’animale Pasqualini. Ne è uscito un bellissimo racconto…
Correre con La Leggenda
Correre con La Leggenda
Al giorno d’oggi ci sono davvero pochi miti rispetto al passato, ma uno di questi, per quanto ci riguardi è sicuramente BRUNO PASQUALINI. E chi non lo conosce? Una leggenda ormai consolidata del Triathlon Italiano sulla quale girano le storie più incredibili, molte delle quali ancora non ben chiare nella loro completezza. Chi fu realmente il primo a soprannominarlo “L’Animale”, o Chi fosse questo fantomatico atleta che riuscì a convincerlo definitivamente a buttarsi nel Mondo del Triathlon, dopo aver terminato la sua grande carriera professionistica nel Canottaggio, non ci è dato saperlo con esattezza. Sono molti i pretendenti al titolo di “iniziatore”, i quali raccontano storie abbastanza simili tra loro dichiarando anche di avere dei testimoni, ma come puntualmente in tutte le leggende la verità forse non la sapremo mai.
La grandissima fortuna che reputo di avere assieme a pochi altri è quella di allenarmi e gareggiare insieme a Lui nelle competizioni a squadre, sicuramente “l’onore più grande”, ma anche “l’Impegno più grande”.
Chi, se non atleti Elite o i più forti Age Group al Mondo possono vantare di essere stati al suo fianco in gara, se non per una manciata di secondi mentre vengono sverniciati? Avere la possibilità di farlo, inoltre, può realmente far capire cosa significhi avere il concetto di base “Andare sempre a tutta” in qualsiasi situazione, che si sia in allenamento o in gara, e se le condizioni non lo permettono, andarci lo stesso!!!
Un esempio che mi viene in mente così di getto sono proposte di Bruno Pasqualini prima di un’uscita in bici, le quali appaiono sempre molto allettanti e poco invasive:
“Oggi giretto morbido, facciamo 70-80 kilometrini con qualche strappetto, ma comunque senza esagerare”
State pure tranquilli che finirà malissimo, salite al 17% (una volta ricordo anche un bel 23%, non si sa mai) e tappa da Tour de France assicurata con medie/km stratosferiche, quindi è bene essere sempre pronti prima mentalmente e dopo fisicamente, anche perché lui, che tu lo accompagni nella sua “sgambata” oppure no, non cambierà giro. Inutile dire che questo avvenga anche per gli allenamenti di nuoto e di corsa, ma del resto, se è diventato una Leggenda, dei motivi validi ci saranno.
Dopo questa premessa per dare un’idea di Chi abbiamo come Capitano nel Torino Triathlon, arriviamo al tanto atteso giorno della gara a cronometro a squadre, la domenica appena passata a Lignano Sabbiadoro. Un evento come questo diventa un motivo per il quale rischi di perdere il sonno!!!!
Non tanto per la comprensibilissima tensione che un Campionato Italiano a Cronometro può suscitare, ma perché lo dovrai correre a ritmi indiavolati e senza compromessi con BRUNO PASQUALINI.
L’Amicizia che ci lega che contorna il clima della trasferta, una volta lasciate le bici in zona cambio e fatti tutti i preparativi del caso, si trasforma in una tensione palpabile da chiunque, già lui stesso si trasforma, non a caso ad ogni atleta suo “fan” che si fermi a salutarlo sale visibilmente il brivido di trovarsi al cospetto di un Animale da gara pronto a partire come un toro.
Talvolta si riescono a carpire scene divertenti di atleti che non lo conoscono personalmente e non si osano ad andare a parlargli, sentirli bisbigliare:
“Oh ma quello non è Pasqualini?”
“Ma va là, dici? Non sono sicuro, mi han detto che è alto due metri!”
“Guardalo bene, anch’io ho sentito dire che è enorme ma secondo me è lui”
“Si hai ragione è proprio lui, sti cavoli, guarda che bici!”
“Cosa pensi che cambierebbe con un’altra bici?”
“Vero, niente”
Parliamoci chiaro, tutti temono ed ammirano allo stesso tempo “L’Animale”, anche i più forti e le giovani promesse del panorama Italiano, senza fare nomi posso affermare che si possa leggere negli occhi di tutti. Se non fanno attenzione o si iscrivono alla gara sbagliata, lui li frega, e li mette tutti dietro, dagli S1 a agli M e molto spesso anche gli Elite, facendoli rimanere nel dopo gara con l’espressione come se avessero vinto un frigo a legna.
Siamo al via, in griglia di partenza BRUNO PASQUALINI, Norberto Oddone ed il Sottoscritto pronti e carichi: si parte a tuono già di corsa dalla spiaggia per tuffarci ed intraprendere la frazione di nuoto, non prettamente il suo punto di forza, ma incredibilmente riesce a renderla indiavolata ugualmente nonostante la tiri Norberto. Evidentemente quest’ultimo ha talmente pressione addosso per averlo dietro da tenere un ritmo come se fosse in fuga da un pescecane. Tattica utilissima per altro.
Usciamo dall’acqua e ci precipitiamo in zona cambio, nella quale vengo incitato a fare in fretta anche soltanto a respirare, perché nel caso non lo sapeste, BRUNO PASQUALINI (foto che lo testimoniano) talvolta si leva la muta con una tale violenzada rimanere a torso nudo levandosi anche il body, di conseguenza la zona cambio per Lui è quanto di più fastidioso ci possa essere perché spezza il suo tipico ritmo “a bomba”. Parte la frazione Bike con il Capitano che come una locomotiva a fusione ci porta a staccare un gran tempo su gran parte degli avversari, riuscendo anche, in una a fase da 45 Km/h, a redarguire ed impaurire degli avversari che tentano di accodarsi e sfruttare un po’ di scia dopo aver subito un sorpasso. 20 Km volano in fretta ed è ora di smontare dalla bici, zona cambio passata a prendermi insulti come da manuale poiché arranco con i crampi rallentando tutto e partiamo alla volta della frazione di corsa!!
Ritmo da volata già nel primo Km, e qui devo aprire una parentesi, si sappia che chiunque abbia gareggiato con Bruno Pasqualini ha assaggiato la sua spinta in qualche specifica fase della gara, chi in bici, chi in corsa, ma tutti l’hanno provata. Braccio a 45° aperti come fosse rivettato, pugno chiuso a centro schiena poco sopra i dorsali, e ti spinge a mo’ di trazione posteriore lanciandoti con forza in avanti come un carrello della spesa alla deriva per poi riagganciarti subito dopo. Per essere più chiari è un po’ il concetto della giostra a catene, più conosciuta come “Calcinculo”. Ritmo quindi serratissimo anche nella frazione di corsa, dove anche Norberto rischia un paio di spintarelle poiché all’Animale non garbava tanto il blando ritmo a 3’27” tenuto nell’ultimo kilometro, e grazie al grande lavoro motivazionale del nostro Capitano e all’energia che ci ha trasmesso chiudiamo la nostra gara con un tempo soddisfacente. Avremo sicuramente modo di migliorare insieme, questo sicuro! Appuntamento all’anno prossimo dunque.
P.s. dimenticavo, lunedì come scarico dopo gara si è fatto giusto 24×100 in vasca “a bomba” e 60 km in bici a media 41,5 Km/h. Direi che dobbiamo TUTTI metterci al lavoro e a testa bassa dopo questa!!!
by Dario Ceppi